Nella terra dell’oro bianco : Aglio di Voghiera
Testo e foto di Mario Rebeschini
Articolo tratto da “Il giornale del Po”.
Parto da Bologna alle due del pomeriggio. Il termometro dell’auto segna 38 gradi. Ne segna 42 quando raggiungo l’azienda Negrella che Patrizia Caleffi dirige con papà e mamma a Gualdo di Voghiera.
Devo completare un servizio sull’Aglio di Voghiera, iniziato lo scorso anno, che i coltivatori della zona chiamano ‘Oro bianco’. Lungo la strada ho visto campi di mais distrutti dalla siccità e distese di terre diventate monoblocchi di pietra. Domandandomi se è opportuno, entro timidamente in azienda. Patrizia mi viene incontro con un luminoso sorriso e una stretta di mano forte, di quelle che si riservano agli amici. Anche Prency, la bianca cagnetta di casa, dopo avermi annusato scodinzola e mi lecca la mano.
Completamente spiazzato sotto un sole da deserto del Sahara tento l’approccio con la frase che mi ero preparata in auto: “Terribile questa siccità, spero che il raccolto dell’aglio di Voghiera non sia andato completamente distrutto”. Patrizia sorpresa dalla mia ignoranza mi tranquillizza subito: “Mai avuto un raccolto così bello, sano e abbondante come quest’anno. La siccità per noi è una manna. Venga a vedere che distesa di aglio sta seccando al sole”. I mazzi stesi al sole sono veramente belli, sodi, bianchi, luccicanti. Vengo subito contagiato dall’allegria di Patrizia. Si muove quasi danzando nelle distese di aglio con l’orgoglio di una mamma spiegandomi che con l’essicazione l’aglio perderà il 40% di acqua, assicurando così la sua conservazione per quasi un anno.
Non sento più il sole. Mentre fotografo mi accorgo che sto cantando. “Effetto aglio – ride complice Patrizia –. A me succede sempre”.
All’ombra di un albero di pere Patrizia mi spiega che, per creare un aglio di origine protetta come il loro, occorre rispettare un rigoroso disciplinare e i severi controlli del Consorzio. La semina inizia da metà settembre a fine novembre. “Nella nostra azienda – precisa Patrizia – aspettiamo la luna calante come vuole la tradizione e, quando tutto va bene, il raccolto ci regala anche 170 quintali per ettaro. Completata l’essicazione, inizia la lavorazione e la vendita che deve tenere conto della qualità del nostro lavoro e prodotto. Una bella occasione, per incontrare tutti i produttori e fare festa, è la Fiera dell’Aglio di Voghiera nel Castello di Belriguardo 3 al 5 agosto”.
L’aglio di Voghiera deve essere anche un energetico naturale. Patrizia ha messo in piedi un suo Bed end Breakfast e una serie di itinerari gastronomici e culturali con un gruppo formato da agriturismi, aziende agricole e negozi della zona. Itinerari, indirizzati a turisti in cerca di sorprese, che si concludono con la Via dell’aglio e la visita al castello di Belriguardo, delizia estiva degli estensi, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. L’entusiasta coltivatrice di aglio fa anche parte di un gruppo teatrale. E’ bello sentirla recitare alcuni pezzi dello spettacolo di Andrea Poli “Il respiro del grande Fiume, Storie delle genti del Po”. Qui uomini e donne, che sul Po vivono e hanno vissuto, raccontano le loro vite straordinarie.
Siamo quasi al tramonto. Lo scirocco arrivato dall’Algeria trasporta sabbia e un delicato profumo di aglio di Voghiera.
Saluto Patrizia. La temperatura è scesa a 36 gradi.
Guido lentamente con l’autoradio a tutto volume, come le auto dei ragazzi che ti affiancano ai semafori. Sono contento.
Ogni tanto accarezzo il mazzo di aglio di Voghiera che Patrizia mi ha lasciato sul sedile dell’auto.